sabato 7 maggio 2016

RECENSIONE 'Alakim#1 Luce dalle tenebre' di Anna Chillon

TRAMA:
Alakim è un permanente divorato da una fame crudele. Reietto in cielo e braccato in terra da una schiera di guerrieri immortali, condivide il suo rifugio sotterraneo con due Nephilim, abili combattenti e fedeli compagni nella sorte.
Di giorno è costretto all’oscurità, mentre la notte si aggira per le vie di una Marsiglia trasgressiva, in cerca di un modo per assolvere al patto stretto con Lucifero. È proprio durante questa ricerca che un prete dalle eccezionali capacità sensitive gli suggerisce un antico testo custode di segreti proibiti, portandolo così a imbattersi in Nicole, una giovane libraia animalista.
La ragazza ingaggia una lotta impari per non venire travolta dall’indole tenebrosa di Alakim e dal suo spiccato gusto per la malvagità, ma l’ardore che scocca tra loro rapisce corpo e mente, lasciandola senza via di fuga, sopraffatta dall’impetuosità dell’immortale e dalla scoperta di una realtà troppo grande da accettare: una realtà per la quale occorre avere fede.
Così, in un susseguirsi di eventi inaspettati, mettendo a rischio la propria esistenza, i suoi amici e Nicole stessa, Alakim fa di tutto per dare a Lucifero ciò che gli spetta, lottando, tracciando la sua strada nel sangue e spingendosi oltre i limiti.
Perché avere una possibilità di scelta è l’unica cosa cui non è disposto a rinunciare, anche se quello da pagare è un prezzo inimmaginabile.

RECENSIONE:
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Nicole non è proprio una ragazza come le altre: animalista, arrestata durante una delle sue ‘manifestazioni’, forte e sicura di se. Lavora nella libreria dello zio e mai si aspetterebbe di scoprire cose di lei che nemmeno immagina. Ne aveva programmato di imbattersi in Alakim, bello e guerriero, burbero e sexy.
«Oh santi numi, Nicole!» La riprese Bernard. «Ti dispiacerebbe indossare qualcosa di più decoroso quando vieni al lavoro?» Nicole sapeva benissimo a cosa si stesse riferendo suo zio. Ogni volta che si chinava per appoggiare a terra i libri, i jeans a vita bassa scendevano dando mostra del suo tatuaggio: due piccole ali, all’altezza del rene destro, legate da una catenella che le circondava la vita. «Solo tu ti lamenti di quel che vedi, zio!» 
Alakim vuole rubare qualcosa nella libreria dove lavora Nicole e proprio li si conosceranno… E nulla sarà come prima.
«Stupida femmina, sei pazza?» Le ringhiò contro la sagoma mantenendo fermo il coltello. «Speravo fossi abbastanza furba da restare nascosta!»
Nicole rimase impietrita, il sangue le faceva ronzare le orecchie; non immaginava che si fosse accorto della sua presenza.
E’ possibile essere uniti da un destino che forse li porterà a separarsi? Come si fa ad amare il male?
Più leggevo e più bramavo le scene tra Alakim e Nicole, la scrittrice è bravissima e le scrive in un modo scorrevole e toccante. Ho amato Alakim, i suoi modi, il suo ruolo.
Due dita fecero sbocciare il suo sesso e uno sprofondò nell’umida fessura; Alakim lo mosse dentro di lei con inesorabile lentezza, mentre le bisbigliava all’orecchio. «Ti terrei qua per sempre, senza che tu possa mai vedere altro, senza che tu possa mai sentire altro all’infuori di questo. Qua ad aspettarmi ogni giorno e ogni notte, perché venga a riempire il tuo vuoto.» Le pareti del suo nido si strinsero attorno a lui quasi a volerlo trattenere. «So che ne saresti capace, ma se ti lascio entrare mi causerai soltanto altro male.» Alakim aggiunse un secondo dito spingendosi più profondamente nella sua intimità. «È troppo tardi per cacciarmi. Ti sono già dentro, ragazzina.»
Il finale lascia un po’ in sospeso, così da voler correre a comprare il secondo libro ed è proprio quello che farò ora!
«Ciao, Alakimael.» Il bel ragazzo si affacciò su di lui serafico, aprendo e chiudendo la mano. «Non mi saluti nemmeno? Non sei contento di rivedermi?» Fottiti. 
VOTO: 4/5.

MINI INTERVISTA ALL’AUTRICE:
Come è nata l’idea?
L’idea di Alakim è nata nel 2011, camminando sulle rive del Lago di Garda con mio marito. Fino a quel momento mi ero dedicata soltanto ai racconti; era giunta l’ora di impegnarmi in qualcosa di più corposo, che mi desse la possibilità di approfondire i personaggi come desideravo. Inizialmente Alakim doveva essere il leader di un popolo sotterraneo, affamato e in guerra con il popolo di superficie, ma poi, un passo dopo l’altro su quella spiaggia, è divenuto l’essere che sappiamo, meno umano, più angelo, o forse dovrei dire più demonio!
Ed è proprio su questo, sull’idea di chi è Alakim, che poi si è sviluppato tutto il resto, storia e personaggi secondari. Per me lui è l’albero, tutti gli altri sono le foglie. Possono essere affascinanti come Muriel o imponenti come Smashat, ma non esisterebbero senza di lui.
Perché hai scelto un protagonista come Alakim?
Le figure maschili dei romanzi mi affascinano molto più di quelle femminili, perciò il mio protagonista doveva essere un uomo profondamente complesso e combattuto, ma allo stesso tempo espressione di forza interiore ed esteriore. Non doveva cedere a facili tenerezze e mantenere così intatta l’impronta del suo carattere.
Del resto non poteva essere diversamente, perché, lo confesso, ho un debole per i personaggi enigmatici e bastardi fino in fondo!
Qual è stata la parte più difficile da scrivere?
La scena clou di sesso del secondo volume mi ha messo alla prova perché non riuscivo a trovare il giusto equilibrio di sentimenti e ruoli. Sembra assurdo, ma tra combattimenti, eventi paranormali e colpi di scena, spesso sono proprio i legami affettivi e i sentimenti la parte più impegnativa da riuscire a trasmettere con l’efficacia che desidero. 
Nel primo volume invece, c’è stata una scena che non è stata difficile in sé, ma che mi ha coinvolta molto emotivamente, al punto che mentre scrivevo dovevo continuamente pulirmi gli occhi per riuscire a vedere il monitor… credo tu abbia già capito a quale mi riferisco. Mi sentivo un po’ stupida, ma nella tragicità delle parole è stato anche un momento molto bello.
Ti sei fatta influenzare da qualche scrittrice straniera per il genere scelto per il tuo romanzo?
Penso sia inevitabile venire influenzati dalla proprie letture, infatti ciò che mi piace leggere è anche ciò che mi piace scrivere. Ho una particolare venerazione per Laurell K. Hamilton e per i suoi vampiri: più leggevo i capitoli della serie di Anita, più cresceva la voglia di creare personaggi miei in ambito paranormal.
Ci sono inoltre molte altre autrici/ori stranieri che seguo con passione, forse anche migliori dal punto di vista stilistico, ma il modo in cui mi hanno stregata JC e Asher è stato davvero unico.
Chi sono i tuoi più grandi sostenitori?
Mio marito, sotto tutti i punti di vista, non mi sarei nemmeno imbarcata in quest’avventura se non fosse stato per lui. Mi aiuta nel progettare le storie, è il mio editor, si occupa della grafica e della promozione. Soprattutto scaccia le nuvole nei momenti grigi.
Poi ci sono fantastiche blogger e lettrici che sono le mie batterie, mi tengono continuamente in carica. Nell’ultimo Alakim, per la prima volta ho avuto anche quattro beta-reader d’eccellenza: Sylvia Kant e Nina Pennacchi, talentuosissime autrici, oltre a Lulù e Laura, formidabili lettrici.
Ancora una volta: grazie ragazze!
Quando hai deciso di pubblicare il tuo primo romanzo?
Di certo, scrivendo Alakim, l’idea era proprio quella di pubblicarlo una volta concluso. Tra gli editori ai quali l’ho inviato, qualcuno ha risposto positivamente. Così ho fatto una scelta e il mio romanzo è uscito in anteprima a Lucca Comics nel 2013. Successivamente sono rientrata in possesso dei diritti, ho deciso di sperimentare il self-publishing e devo dire che ne sono entusiasta. Per chi ama gestirsi autonomamente è la soluzione ideale!
Per chi volesse pubblicare come te un romanzo, cosa consiglieresti?
In base alla mia esperienza potrei suggerire di prestare cura in ogni dettaglio e avere pazienza, fin dal principio. Il metodo “questo lo sistemo dopo” fa soltanto perdere un sacco di tempo.
Inoltre consiglierei di non sottovalutare tutto ciò che esula dalla pura scrittura. Si tende sempre a pensare che fatto il romanzo sia fatto tutto, ma per chi realizza un self c’è ancora molto lavoro di cui occuparsi prima di riuscire a pubblicare un prodotto accattivante.
Insomma, è la vostra creatura: trattatela bene!
Sabrina

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